Un sorriso bello e curato dice più di mille parole. Per mantenerlo tale, esistono tanti accorgimenti che possiamo adottare, così come strumenti studiati appositamente per il benessere dei nostri denti. Dopo aver provveduto alla pulizia con spazzolino, filo interdentale e collutorio, per dare un tocco di freschezza in più esiste un ulteriore accessorio: lo scovolino. Scopriamone i dettagli e l’utilizzo.
Che cos’è lo scovolino interdentale
Una gran parte delle spiacevoli problematiche legate a denti e gengive viene causata da una mancata o scorretta pulizia del cavo orale. In particolare, sono gli spazi interdentali a nascondere le insidie peggiori.
Lo scovolino interdentale è lo strumento perfetto per ottimizzare la propria igiene orale: riesce infatti a raggiungere i piccoli spazi tra i denti altrimenti impossibili da pulire. Lo sporco accumulato nei piccoli solchi interdentali non può essere rimosso da nessun altro strumento, e alla lunga può causare complicazioni anche gravi come mal di denti, ascessi e infiammazioni gengivali.
Lo scovolino si presenta come una sorta di spazzola in miniatura, simile in tutto e per tutto a quelle che servono per lavare l’interno delle bottiglie di vetro. Il manico è molto simile a quello di un normale spazzolino da denti, mentre la testina, di solito a forma conica, è costituita da un’anima in metallo da cui partono le setole in fibra sintetica, di diverse lunghezze.
Le setole in commercio vanno dagli 1,9 mm ai 2,7 mm ed è possibile scegliere quella che meglio incontra le proprie necessità. Questo presidio dentistico è particolarmente indicato per rimuovere la placca, ma non assolutamente da intendersi come un sostituto dello spazzolino da denti classico. Si consiglia un utilizzo quotidiano, al fronte del quale lo scovolino arriva a durare all’incirca 15 giorni.
Qualora le setole dovessero aprirsi o rovinarsi prima di tale termine, è consigliata lo sostituzione dello scovolino. Ne esistono anche di usa e getta, ma si tratta di dispositivi meno ecosostenibili e per questo è vivamente consigliata la scelta di uno strumento riutilizzabile, o con testina sostituibile mantenendo lo stesso manico.
Dopo l’utilizzo, lo scovolino andrebbe sempre asciugato a dovere e poi riposto in un luogo asciutto e igienico.
Come pulire i denti con lo scovolino interdentale
Lo scovolino interdentale va utilizzato facendo passare delicatamente le sue setole tra i denti, senza forzare o effettuare eccessiva pressione. L’inserimento si effettua con una leggera inclinazione dal basso verso l’alto per quanto riguarda l’arcata dentale superiore, mentre dall’altro verso il basso per quella inferiore. Dopo di che, si procede con un movimento orizzontale “dentro-fuori”, da ripetere per ogni spazio interdentale.
La testina in metallo pieghevole agevola i movimenti, consentendo di raggiungere anche le zone più scomode. Per una pulizia eccellente, l’ideale è passare lo scovolino almeno tre volte per ogni fessura. Se al momento del primo utilizzo sono in corso infiammazioni gengivali, è del tutto normale sperimentare qualche sanguinamento, che andrà a risolversi in autonomia nel giro di qualche giorno di utilizzo costante.
L’azione da svolgere deve essere estremamente delicata per non causare inutili traumi alle gengive, ma è necessario prestare extra attenzione in caso di otturazioni, protesi o capsule. Gli esperti consigliano di utilizzare lo scovolino prima di procedere allo spazzolamento classico, in modo che lo spazzolino possa efficacemente rimuovere tutti i residui di sporco che, facendo l’azione contraria, rimarrebbero comunque all’interno della cavità orale.
Inoltre, liberare gli spazi interdentali prima fa sì che il dentifricio possa svolgere meglio la propria funzione pulente e rinfrescante. L’utilizzo quotidiano dello scovolino previene l’insorgenza di carie, gengiviti e ascessi, in quanto rimuove efficacemente placca e tartaro che altrimenti rimarrebbero imprigionati.
Filo interdentale o scovolino: quale scegliere e perché
Lo scovolino, per quanto utile ed efficace, non è adatto in caso di denti storti e accavallati, in cui il raggiungimento delle fessure interdentali non è semplice. Si rischia infatti di stressare inutilmente le gengive, ottenendo un effetto controproducente.
Al contrario, il filo interdentale è in grado di arrivare negli spazi più difficili anche in caso di sovraffollamento dentale: si tratta infatti di uno strumento di dimensioni estremamente ridotte, mentre lo scovolino, per quanto preciso, è più indicato per spazi di piccola/media grandezza. Un altro vantaggio dello scovolino interdentale, quando indicato, può fungere anche come una sorta di “stimolatore gengivale”, favorendo la circolazione sanguigna nelle gengive che vi entrano in contatto.
In caso di diastema o di spazio interdentale allargato a causa dell’avanzamento di età, allora lo scovolino sarà la soluzione ottimale. A prescindere, è sempre bene consultare il proprio dentista di fiducia e delegargli la scelta del miglior accessorio per la pulizia, in relazione alla propria struttura dentale ed esigenza specifica.
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